Locanda delle Grazie – Grazie di Curtatone (MN)

Cena di Domenica 5 Aprile 2008,

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Benvenuti nel nostro nuovo racconto.

Benvenuti in un mondo di placidi fiumi custodi di ricordi, di taumaturgici coccodrilli impagliati, di grandi e potenti signori, geniali cuochi di corte, nani, osti raccontastorie e impavidi goliardi.


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Il territorio mantovano è un luogo magico, dipinto dalla bruma che sale copiosa dai fiumi disvelando scorci di impareggiabile bellezza.

Mantova è sempre una meravigliosa scoperta, un universo in miniatura fatto di geometrie armoniose ed assolutamente perfette, di piccoli vicoli che invitano a cullarsi nell’illusione di smarrirsi in un fazzoletto.


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Ma la nostra vera destinazione è Curtatone, un luogo non poco evocativo per chi, come il sottoscritto, ha anche solamente sfiorato la bellezza ormai morente del gioco goliardico. Su queste piane si è sperso il primo ruggito di indipendenza e proprio qui giovani studenti senesi e pisani ornati di feluca hanno sacrificato la propria giovinezza e, in nome di grandi ideali, hanno saputo tenere in scacco per un intero lunghissimo giorno la superpotenza asburgica.

Il pistolotto storico era d’uopo anche perchè non ci possiamo esimere dal raccogliere l’eredità morale dei suddetti eroici virgulti. Ordunque, fedeli al “gaudeamus igitur”, in loro imperitura memoria altro non possiamo che dirigerci all’osteria.


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Viandante se, per uno strano caso del destino, dovessi mai giungere a Grazie e, contemplando il fiume avvolto nell’irreale abbraccio delle sue imperiture nebbie ti trovassi mai a fantasticare sui crucci della tua miserabile esistenza, meglio non potrai fare che trovare conforto nel locale santuario. Ricorda però che il fiume a Grazie è tutto. Governa la brumosa atmosfera, decide gli odori, dona nutrimento e sicuro trasporto oltre, ovviamente, a raccogliere nelle sue anse, come figli in un ventre, amanti serotini alla disperata ricerca di un approdo tranquillo. Nel santuario un placido coccodrillo impagliato, inviato secondo leggenda a bella posta in ambascia da sua maestà il Fiume, appunto, dispensa fortune e realizza desiderata facendo impallidire I vicini santi .


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Cos’è che fa di un luogo una vera osteria? I piatti della tradizione, certo, confezionati con le materie prime del luogo.

Ma non basta.

L’osteria, è lapalissiano, la fà soprattutto l’oste.

Posso quindi andare sul sicuro garantendovi che alla locanda delle grazie c’è un’ostessa vera che sa accogliere, consigliare e, cosa davvero rara, raccontare. Nella sua voce di sicura inflessione mantovana, orlata di simpatico campanilismo, rivivrete I racconti della antica corte dei Gonzaga. Sta a voi tracciare la sottile linea tra verità e leggenda, a vostro gusto. Vi consiglio però di non farlo e di ascoltare, una volta tanto. Forse in tal modo la piccola corte di Mantova ne risulterà smisuratamente ingrandita, tanto che persino I nani di corte vi appariranno come giganti. Forse potreste avere un sussulto voi, che a Vienna avete dedicato giornate intere a classificare e valutare ogni pasticceria, nello scoprire che la sacher è stata in realtà inventata a Mantova e gli odiati austriaci se ne sono poi “rubati il merito”.

Se però vi abbandonerete ai racconti scoprirete, in una ineguagliabile sinestesia, che quello che mangiate e quello che ascoltate null’altro sono che I preziosi inestimabili ricordi di un’epoca leggendaria serviti e proferiti secoli dopo, solo per voi.



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Se proprio non vorrete negarvi nulla potrete dotarvi, come abbiamo fatto noi, di commensale del territorio (nel nostro caso forumista appassionato). Pare che I mantovani abbiano una vocazione innata a fare da guida. Così I ricordi di infanzia del vostro accompagnatore faranno da improbabile traid d’union con le antiche leggende dell’ostessa e si fonderanno in una strabiliante, ineguagliabile favola senza tempo.

Ma ci sono anche dei risvolti pratici. Io, personalmente, se non fossi stato opportunamente condotto avrei certamente snobbato l’”antipasto della Luciana” passando subito oltre nella lettura del menu.

Avrei in tal modo commesso un errore imperdonabile.

Il suddetto antipasto, come del resto I racconti che viaggiano indefessi in queste sale, racchiude tutto ciò che vorreste assaggiare in un luogo del genere, e forse molto di più.


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C’è un’ottima polentina abbrustolita a supportare egregiamente un tagliere di salumi deliziosi. Il salame mantovano è qui una vera leccornia.

Non manca una spettacolare mostarda da abbinare al parmigiano.

Un luccio marinato impareggiabile

Cotiche con fagioli: pensavo di non essere un amante del genere, ma dopo aver assaggiato queste, di una bontà indescrivibile, ho dovuto decisamente ricredermi. A testimonianza della mia provvidenziale conversione le ho divorate quasi interamente da solo.


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Ma il colpo decisivo arriva proprio da ciò che non ti aspetti. Nel caso di specie dall’insalata ideata dal grande Bartolomeo Stefani, cuoco di corte mantovano del ‘500 ricordato nei secoli come inventore e codificatore della ricetta dei tortelli di zucca. Pare che un giorno il nostro non avesse particolari idee nè, soprattutto, ingredienti all’altezza e, come ogni volta, fosse letteralmente assediato da una corte intera affamata ed in attesa di nuovi manicaretti. Il risultato, ennesima umana genialità scaturita dalla necessità, fu proprio l’insalata tiepida di pollo (con codificata variante al cappone) una pietanza che, a dipetto del nome forse abusato, cela un gusto ed un equilibrio da applausi.


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Mentre ne tesso le lodi sbuca da qualche parte uno sconosciuto ed attempato signore che mi apostrofa, in medias res, raccontandomi di recarsi abitualmente in questa osteria perchè è rimasta l’unica a servire l’antica insalata. Sorrido un po’ imbarazzato ed il curioso avventore se ne va compiaciuto licenziandomi con un cenno del capo.

Scelta del vino obbligata (nonostante la carta sia ampia): lambrusco mantovano (80esima vendemmia cantina sociale di Quistello) per stare, manco a dirlo, nel territorio.


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Il risotto alla pilota, rigorosamente vialone nano, è servito a badilate, ma è talmente buono che non ne rimane un chicco.


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Un altro grande classico del locale: tagliatelle all’anitra, piatto eccezionale per delicatezza ed equilibrio. Una porzione da muratore preparata però con rara maestria.


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Per il secondo non possiamo che orientarci verso semplicità e leggerezza altrimenti rischiamo davvero il collasso. Il consiglio, ve la butto lì, è trattenersi nelle ordinazioni perchè qui sulle quantità non scherzano mica.

Certo, il branzino al sale non è davvero una pietanza complessa. Però se il branzino è, come in questo caso, fresco e buonissimo, ne esce un piatto di impagabile piacevolezza. Ci gustiamo, per una volta, l’estrema semplicità mentre la nostra guida oriunda fornisce prova della sua impareggiabile conoscenza di sagre locali. Pare davvero che in queste terre si celebri una festa paesana per qualunque prelibatezza enogastronomica e tutte le scuse son buone per assaggiare…

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I dolci, mi si perdonerà l’orribile gioco di parole, sono il colpo di grazia.

Guai a voi se manchere di tributare alla tradizione mantovana la raffinatezza nell’arte pasticcera che indubbiamente merita.

L’ostessa vi narrerà delle innumerevoli famiglie di pasticceri qui giunte dall’Austria oltre ad ammonirvi, come già narrato, sulle reali origini della torta sacher.

Pare che I dolci migliori, se escludiamo la celeberrima sbrisolona, siano la bignolata e il mitico budino e zabaione. La prima pare essere una delizia quasi irreperibile perchè una volta realizzata scompare misteriosamente in un istante. Il secondo è invece disponibile. Una goduria ipercalorica da divorare lasciando da parte ogni senso di colpa.

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Se qualche ingenuo poteva sperare che la millefoglie fosse un poco più leggera, si sbagliava di grosso. Ennesima soddisfazione in una cena medievaleggiante anche negli eccessi.

Per finire sbrisolona per tutti, da rompere, tradizionalmente, con un pugno al centro ben assestato.

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Il conto svela un rapporto qualità-prezzo da favola: 3 coperto: 9,00; 3 acqua: 6,00; 1 Lambrusco 80esima vendemmia cantina sociale di Quistello 8,00; 2 antipasti 28,00; 2 primi 22,00; 1 secondo 25,00, 3 dolci 12€. TOTALE (in 3) 110,00.

Potete acquistare in loco numerosi prodotti realizzati interamente dalla cucina dell’osteria. I golosi potranno quindi rientrare a casa carichi di mostarda, deliziosi salami, sbrisolone a non finire e schiacciate mantovane.

Quello che avete appena terminato con fatica era il primo nostro racconto in terra mantovana, ma vi invito a leggere il nostro archivio per trovare altre trattorie e ristoranti da provare.

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Locanda delle Grazie

Via Santuario 2

Grazie di Curtatone (MN)

0376-348038
Visualizza l’ubicazione della locanda su Google Maps

Aureliano

14 risposte a “Locanda delle Grazie – Grazie di Curtatone (MN)

  1. Ciao ragazzi, il resoconto della serata è davvero perfetto, complimenti vivissimi. Sono contento che abbiate apprezzato sia la nostra piccola (per certi aspetti “troppo” piccola) e umida cittadina sia la cena dalla Daniela e Fernando.
    Sarà un piacere farvi da terzo incomodo anche in futuro. Intanto mi rileggo per la quarta volta la bellissima recensione…non so se scritta da Alessandro o Nicola. In ogni caso, bravi!! Alla prossima

  2. Ho letto molte Vs. recensionie e devo dire che sono molto dettagliate ed esaltano in modo veritiero il cibo. (trovato riscontro nel visitare personalmente alcuni ristoranti). Però questa volta mi è sembrato la recensione, molto ma molto prolissa. Per arrivare al dunque ed assaporare virtualmente il cibo ho impiegato una eternità . Tanti saluti a Pat. Continuerò a leggereVI . Dommie

  3. Certamente Dommie avrai notato che lo stile nello scrivere i racconti dei due autori di questo blog è spesso molto diverso. Sono sicuro che ci sarà chi ama più le narrazioni dell’uno piuttosto che dell’altro.

    Personalmente devo confessarti che amo molto i racconti di Aureliano, perchè ha una sensibilità e una capacità naturale di narrare in modo divertente e scorrevole le nostre “merende”.

    Ti ringrazio molto della critica, perchè aiutano molto più degli elogi a migliorarsi.

    Pat

  4. @Damiani: grazie davvero per i complimenti. E’ stata una serata molto piacevole. Riformeremo certamente il terzetto alla prossima uscita

    @Dommie: come diceva Calvino uno dei diritti del lettore è proprio quello di saltare i brani che lo annoiano e passare oltre. Comunque è vero, talvolta sono prolisso. Ma è così bello non avere l’obbligo di arrivare al dunque!

    Aureliano

  5. Aureliano e Pat, ho notato certamente la differenza di stile nello scrivere in ognuno di Voi, forse ho voluto evidenziare la mia preferenza nel leggere l’uno o l’altro senza nulla togliere che la recensione è fatta molto bene .
    Saltare i brani che annoiano non è una soluzione,
    se si vuole dare un giudizio obbiettivo.
    La differenza nel Vs. scrivere secondo me, è il successo del Vs. Blog.
    Dommie

  6. Ciao patatone, come su GM, voglio farti i complimenti anche qui. Proprio un bel blog, accattivante e, soprattutto, scritto molto bene….

    Siete proprio bravi tu e Aureliano, devo ammetterlo. Ho apprezzato moltissimo le fotografie, non soltanto dei piatti o dei locali, ma anche quelle “da cartolina”, quelle cioè che ci illustrano come sono le località che attraversate o che visitate mentre vi recate in loco.

    Date molto bene l’idea dell’ubicazione di un locale, anche nel contesto storico. Contesto, che come tu sai, mi sta molto a cuore quando recensisco locali su GM, forse esagerando un po’ troppo, ma cercando di dare un’idea precisa di quello che c’è attorno, non usufruendo di fotografie.

    Permettimi di brindare con te a questo blog (lo faremo poi anche noi due realmente) con una poesia modenese di Walter Ferrarini:

    Un brindisi… acsè

    Rass, come fer rovèint,
    un bicer ed vein
    brosch e generos,
    come te, lavuradór;
    in dla me man
    alveda al zél
    a brindèr
    damand fóssa ‘na preghiera
    a fior d’ laber
    sussureda
    per te, dal sol
    un raz ed lus…
    … a tgnir luntan la not.

  7. Ciao GROG, è un piacere averti qui sulla grande abbuffata, ti ringrazio dei fin troppo generosi complimenti.

    Il brindisi è meraviglioso, sono certo che piacerà molto anche al caro Aureliano.

    Appena ti sarai ripreso brinderemo di persona, magari a tavola dal mitico Ermes!

    At salut gabian!!

  8. Localino, particolarmente interessante………… e con un ottimo rapporto qualità prezzo, mi sa che ci capiterò!!!!!!!!!!!!!!!!! grazie per la segnalazione.

  9. confermo quanto sopra.
    Mi trovavo in un giro con la mia moto assieme alla mia compagna.
    Giunti a Mantova città chiedendo informazioni… su consiglio di un sig. Bruno di Mantova ci ha dato questo indirizzo……. Ci siamo andati.
    Ben accolti dalla signora Daniela anche se eravamo senza prenotazione
    Ci ha consigliati cosa mangiare ,siamo stati ben serviti……
    Ottimo servizio e qualità.
    Certamente ritorneremo al più presto anche se non siamo della zona essendo di Trento.

  10. Gestori e camerieri simpaticissimi!! Buono il rapporto qualità prezzo. Il locale è ben arredato e accogliente. Ottima la tagliata di manzo. Millefoglie super. Se capitate nel bel mezzo di una festicciola di un 103 enne e di un raduno di alpini è il massimo 🙂 !!

  11. concordo anch’ io! Insalata alla Stefani veramente superlativa e poi un risotto alla “pilota” come non se ne mangiano neanche a Casteldario ( non me ne vogliano i casteldariesi) . Ottimo anche il servizio e l’ ambiente.

  12. cenato sabato scorso ( 5-03-2011)

    Personale: cortese, simpatico e professionale
    Locale: intimo, informale ma curato
    Menu: intrigante
    Carta Vini: non male
    Rapporto qualità-prezzo : ottimo

    Bellissima serata, mangiato molto bene, da tornarci il prima possibile!
    Consiglio vivamente di assaggiare le taglietelle all’anitra spolpata

  13. conosco il posto, io ci vado ogni tanto. Un giretto in moto, una visita al santuarioe un bel pranzo gentilmente servito e ben curato. Anzi devo andarci prossimamente……..

  14. Reduce da un’ottima cena da Amerigo (savigno) ho riaperto il vostro blog per avere qualche altro suggerimento per le prossime settimane, e questo mi pare assai invogliante. Andrò presto. Attenzione a un imperdonabile (per voi!) errore di ortografia….

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