pranzo di sabato 4 Luglio,
“Con sommo gaudio ospitiamo sulla grande abbuffata un racconto di Sararlo, maestro di tutti noi nel narrare mirabili scorpacciate.”
Se quel terrone di Little Tony ha avuto il coraggio di dedicare alcuni suoi gorgoglii vocali ad una spada nel cuore, noi siamo usciti da Isola Dovarese con la Crepa, nel cuore. Oppure, stando di frattaglie, Epatati a dovere.
Lo spleen dovarese è facile da capire per chi ci è stato. Intuibile, prosa dello scrivente a parte, per il resto del mondo.
Nell’ arrivarvi vi par di rientrare nelle guareschiane pagine don camillesche.
Grande la piazza (ovviamente vuota); in bel tiro il municipio; finestre dalle chiuse imposte. Là in fondo s’apre ai vostri occhi la Crepa della buona accoglienza. Deve essere molto che è lì, considerato che pure si fregia dell’ augusto blasone di Locale Storico d’Italia.
All’ interno si respira quell’ aria d’antan anzidetta, con qualche spruzzata liberty che giustifica gli annorum certificati.
Anto’ fa caldo …ci sediamo nella pergola coperta.
Vespe e Lambrette volanti allietano la trista compagnia, c’è pure la micia addestrata a far le fusa in cambio di una pacca sulla collottola.
Si può viaggiare bipartisan, di terra e di fiume.
La Carta è esaustiva, spiega già di suo all’ immaginazione affamata dell’ avventore (non) casuale.
Qualora siate di fretta gli stessi piatti sono assemblati pure per asporto (cosa rara invero).
Tra l’ altro lo sretching di papilla si può ben esercitare pria di arrivare achì consultando il sito webbarolo veramente ben fatto.
Piluccando qua è là con la micia a far compagnia, ci siamo imbattuti in un buon Bacalao meravigliao. Conciata a dovere con n’u poco d’ aglio anti.Arcore, la creatura si fa apprezzare soprattutto per una lieve presenza di crema di patata abbasso nella ciotola.
Il crescendo, più che rossiniano, è dovarese.
[in alternativa anche jamon Pata Negra Riserva Joselito oppure luccio in salsa isolana con polenta]
I Maurbini ai tre brodi confermano tutto il bene che ne avevamo letto e visto.
La broda trina è dovuta a manzo, pollo e salsiccia.Vi è anche la spiegazione antropologica acclusa, very interesting, ma ve la risparmiamo.
Potete acconciarli with parmesan, ma il famolo strano è d’ obbligo, e quindi fate arrossire il tutto con una bella versata del Frappato che vi sta innanzi. Buono tutto, non serve scendere in dettagli di dissezione gastroanatomica.
Buono il Savaren (con la “e”), ragù classico e lingua salmistrata. Forse avremmo preferito una concia più “onta”, cioè lubrificata, ma l’ equilibrio orgasmolettico ci sta tutto, lingua compresa.
[tra le proposta di fiume, in alternativa o in aggiunta, tagliolini con ragù di pesce persico e verdure]
Da urlo i Ravioli all’ erba di San Pietro.
Lo stacco amaro è importante, pare un assolo del migliore Bono wox.
L’ erba di San Pietro, all’ anagrafe botanica, recita di crisantemo selvatico.
Nell’uso comune, prima che arrivasse la gomma del ponte, veniva usata nel passeggio dei villici come masticante e rinfrescante. Se poi l’alito non era fresco pazienza, il gusto l’ era bono.
Come si conferma al piatto, forse il migliore di una parade che ha lasciato … la crepa nel cuore, come già esternato.
L’ Anguilla alla latta … l’ etimologia ci aveva incuriosito, il piatto ci ha confermato che dar la comanda curiosa è sempre un bell’ affare. Alla latta perché. Non si tratta di bisato conservato quale volgare tonno e tolto dallo scatolame da banco. Dicesi invero accussì perché la teglia, cioè la latta, è stata progettata nella galleria del vento chez il Pininfarina domestico che c’era in ogni casa. La particolare angolazione del prodotto permetteva che, into the flame, sopra lo fuoco, la serpe di fiume venisse cotta a dovere e pure sgrassata. Una festa per le coronarie e il palato.
La cosa divertente l’è che cotale piatto si potrebbe chiamare anche Anguilla reverse. Nella nostra esperienza la pellaccia della bestia era sempre croccante, la polpa ben cotta ma morbida. Qua gli hanno cambiato i connotati, inevertendone la sostanza. La pelle è velluata, morbida, pare seta di Hermès.
Ben riuscita anche la Faraona con Insalatina alla Stefani.
Eravamo reduci, nelle 24 ore precedenti, da un tris di Faraona bistellato e francescano.
Qua i Malinverni non hanno nulla di meno.
Cottura impeccabile, furbata rinascimentale (cotale Stefani) con uvetta, riduzione di Balsamico & so on.
Applausi.
Essendo stati parchi con le entrèè diamo libero sfogo alla bestia che è in ognuno di noi (o almeno in quelli che conosciamo) strafogandoci ai Dessert.
Bene la Coppa spagnola (gelato alle creme con amarene) e ugualmente ok la Coppa PX (un volgarissimo gelato alla vaniglia maritato con un certo Don Zoilo, della famiglia degli Sherry tuned by Pedro Ximenez).
Ve ne risparmiamo l’ analisi orgasmolettica non per pudori lessicali (non ne abbiamo mai avuti), ma unicamente perché ce li hanno serviti in ambo contemporaneo (unico neo della giornata) e quindi non sappiamo quanto lo sbarellare di temperature abbia più influito sull’ uno che sull’ altro. Non importa, spazzolati entrambi senza lasciarne un’ oncia per la micia.
[In alternativa il dolce del giorno, nel nostro caso una crostata di fragole]
Uno pensa che sia finita qui, e in effetti anche noi stavamo per farlo.
Nel gironzolare all’ interno per fare le solite foto del menga, ci si è aperto il mondo di Narnya.
Bricconcelli i Malinverni Bros., il meglio ce lo dovevano ancora far gustare.
Attraversate foto con dedica di gente qualunque, da un Veronelli a un Cantarelli, un libercolo autoscritto con quattro parole vergate di proprio pugno da cotale Tognazzi … e vi si parano davanti millanta etichette che manco un tre stelle è certo di avere tutte. Diavolacci dei Malinverni. Poi, dalla Cantina per asporto, si passa alla Cantina, quella vera.
Magia, racconti, quasi quasi si fa notte.
Eravamo arrivati sul fare dell’alba, ce ne torniamo ai primi bagliori del crepuscolo estivo.
Capite adesso perché uno se ne esce da Isola Dovarese con la crepa … nel cuore …
Sararlo
Il conto (come avranno fatto i nostri eroi a papparsi tutto questo ben di Dio?): 1/2 porzione di jamon Pata 15€, 1 Luccio in salsa 10€, 1 baccalà 10€, 1 Savaren 11€, 1 tortello 10€, 1 tagliolino 10€, 3 Marubini 21€, 1/2 porzione di tortelli 6€, 2 Anguille 28€, 3 Faraone 42€, 2 acqua 4€, 1 Lambrusco 12€, 1 Frappato 20€, 3 dolci 15€, 2 gelati 12€, 1 passito 15€, 2 caffè 3€. Totale 244€ in tre.
Caffè “La Crepa”
Piazza Matteotti 13.
Isola Dovarese (Cr)
tel. 0375-396161
Siete pazzi …
By S.
Pazzi? Ce lo auguriamo vivamente!! Sarebbe grave se non lo fossimo..
Volevo segnalare che ho inserito nel post sul Festival delle Passioni il video ufficiale del duetto Bottura-Frasi:
https://lagrandeabbuffata.wordpress.com/2009/07/05/festival-delle-passioni-mantova-mn/#comment-562
Inoltre su questo canale Youtube trovate tutti i video degli eventi della manifestazione curata da Paolini:
http://www.youtube.com/user/FestivaldellePassion
P.S. Da un paio di giorni qualcuno sta scaricando foto dai post, se gli servono me lo dica che gliele invio direttamente, non occorre che le prenda da qui. Non ci sono problemi 🙂
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