Festival delle Passioni – Mantova (MN)

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Non capitava da molto tempo, eppure sono qui a riordinare le emozioni di una giornata eccezionale trascorsa tra i ritmi lievi e goliardici di un pranzo straordinario e le incalzanti atmosfere di un festival.

Del nostro desinare inscenato nell’estivo torpore di un portico d’altri tempi vi parlerà chi è riuscito, con mirabili racconti e risate travolgenti, a render ogni cosa un’esperienza a dir poco memorabile. Converrete con me che non capita spesso di incontrare persone disposte a condividere con intelligenza ed ironia le proprie preziose esperienze.

Ma se è vero che la ragione che ci spinge a fare chilometri (talvolta migliaia) per raggiungere un ristorante, che ci rende quasi insensibili dinnanzi a conti che per qualcuno potrebbero sembrare spropositati e che ci permette di incontrare sconosciuti per condividere un desco che ci renderà fratelli, se è vero che colei che tutto move è la passione allora questo festival deve proprio essere fatto per noi.

Mantova, con i suoi fantasmi tardomedievali di nobili cortigiani dediti al buon cibo e geniali cuochi di corte tra cui quello Stefani in grado di codificare nientemeno che la ricetta dei prelibati tortelli di zucca, è un palcoscenico straordinario per un evento tutt’altro che scontato.

Diciamo subito che la prima impressione, ottimamente confermata nel prosieguo, è quella di una manifestazione ancora agli albori ma che tuttavia conserva spunti ed idee che ne faranno certamente un evento di grande successo in futuro.

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Massimo Bottura, in grande forma, ha trasformato piazzetta delle erbe nella cucina di un ristorante dell’ ”Ist Scicago”. Siamo nel 1920 ed un cuoco italiano senza grandi speranze, con immancabile aiutante cinese (di Tokyo?!) prepara la tipica ricetta italoamericana: spaghetti pummarola e polpette.
Il cuoco ha un nome piuttosto evocativo: Massimo Pappaiacone.
E’ davvero piacevole questa garbata ironia. Uno sfottò lievissimo per far comprendere a chi si è malcomportato che c’è chi ha classe anche nel rimbrotto. Perchè, evidentemente, signori si nasce.

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Ma Bottura alias Pappaiacone, strano a dirsi, è solo una spalla. Il mattatore è Stefano Fresi che con piglio da grande improvvisatore interpreta in modo squisito la figura del povero immigrato partenopeo decisamente male in arnese che approda alla cucina dopo giorni di digiuno.

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Il siparietto è ben ritmato. Fresi è bravo e poliedrico. Ha ritmo, è simpatico e Bottura è una spalla sufficientemente puntuale. Ben presto un profumo di pummarola si spande indisturbato ed intensissimo per tutta la piazza.
Tra battute, canzoni napoletane ed improbabili imitazioni Pappaiacone prosegue nella sua ricetta. Questa riuscitissima sinestesia, se non proprio ad una Chicago anni ’20, ci conduce quantomeno in uno scenario napulitano.


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Il risultato è commovente. Linguine di Gerardo Di Nola con qualche goccia di estratto di limoni (per rinfrescare) pummarola e meatballs.
Mancano solo Lilli e il Vagabondo fuori ad attendere oltre la porta di servizio.

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Purtroppo non possiamo assaggiare questo capolavoro, dobbiamo fuggire verso il secondo evento della nostra giornata: l’aperitivo di Peppe Cotto.

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Lo ammetto, proprio non sapevo chi fosse.
Giuseppe Dell’Orso, in arte Peppe Cotto è uno stravagante macellaio marchigiano. Celebra il maiale con grandiose preparazioni accompagnate da rustiche poesie. Peppe, sistemato il farfallino confezionato con cotenna di maiale, spiega in rima le sue preparazioni senza tralasciare qualche saggio accenno all’esistenza, all’amore e, manco a dirlo alla passione che muove il suo operare quotidiano. Talvolta indossa anche un originale copricapo di ossa di maiale del quale si è cinto il capo anche il grande Heston Blumenthal.

Sapientemente presentato e opportunamente stimolato dallo speaker dell’evento, un professionista che ben potrebbe, per inarrivabile maestria, appendere il trapano e condurre qualche importante trasmissione (rigorosamente mediaset) il buon Peppe ha in serbo per noi un aperitivo infinito e molto maialeggiante.

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Si parte con il vino cotto, prodotto tipico marchigiano che consiste in una riduzione di mosto invecchiato in botti di rovere, servito con un ciauscolo (un salame tenero) come fosse la fettina di limone di un cocktail anni ’80.

Il risultato è un bel contrasto dolce- salato molto indicato per una serata invernale ma un po’ meno per il 4 di luglio. I veri gourmet ovviamente non si lasciano abbindolare da trascurabili inezie come la temperatura e gradiscono.

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Ma certo non finisce qui. C’è ancora la sensazionale coppa di testa accompagnata da una sublime poesia che ne descrive, minuziosamente la preparazione.

Ci sono la zuppa di nervetti, il fegato con bacche di cacao e la gallina ripiena.

Per ultimo Peppe riserva il suo capolavoro. Lo scudo di maiale, un taglio da lui brevettato. Anche in questo caso vi lascio immaginare la spettacolare poesia di accompagnamento.

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Ed infine i due cosiddetti “dessert”. Ovvero Peppe Cotto che sul palco suona una tromba improbabilemnte confezionata utilizzando non so quale parte del maiale e, pochi minuti più tardi saluta il pubblico suonando, sulle note di “dancing pata pata” un numero imprecisato di ossibucchi infilati in un bastone.

Insomma, una giornata grandiosa incredibile e stravagante che Patatone potrà raccontare ai nipoti nelle lunghe e fredde notti d’inverno.

Aureliano

www.festivaldellepassioni.it

13 risposte a “Festival delle Passioni – Mantova (MN)

  1. Bravissimo Nicola, non mi aspettavo da un pandettaro come te (con i “collegati” che conosciamo … ;0)) ), nota sì sublime.
    Grazie per la citazione mediasettara.
    Sararlo.

  2. Pingback: Un festival delle Passioni non sempre appassionante | Dissapore

  3. Grazie Sararlo.
    Ma sarò un pandettaro che sbaglia o un pandettaro che ha sbagliato?
    Almeno non sono trinariciuto…

    Gran bella giornata.

    Aureliano

  4. Ma vedi, a saperlo mi sarebbe piaciuto incontrarvi, io sono quella che nel video di Bottura è nascosta dietro Fresi, col vestito blu, magari ci siamo anche incrociati. Potete leggere le mie impressioni del Festival sul blog di Bernardi, ma a quanto ho capito ci vedremo sicuramente l’anno prossimo 🙂

  5. Ciao, noi siamo passati solo sabato pomeriggio ed abbiamo assistito ai due eventi descritti qui sopra, forse troppo pochi per un giudizio complessivo, ma la sensazione è che la manifestazione fosse simpatica e provasse finalmente a fare qualcosa di nuovo, che attirasse gente.

    Non un evento per pallosi gourmet ma un modo per trasmettere la qualità del cibo ad un pubblico più ampio.

    P.S. Avevo scritto a Massimo via Twitter per sapere se avrebbe mandato qualcuno , peccato.

    Pat

  6. La pensiamo allo stesso modo. Mannaggia a Massimo che non ci ha fatti incontrare 🙂

  7. Guariro’ prima o poi….

  8. Me lo auguro di tutto cuore caro Massimo, così potremo festeggiare nel migliore dei modi.

    Ti saluto e ti abbraccio.

    Pat

  9. Mannaggia ragazzi…ma una telefonata!! Non avendo ricevuto conferme per il pranzo alla Locanda ho pensato che il vostro programma fosse saltato…Ero anch’io in città per il festival a ingozzarmi di superbe olive all’ascolana. Vi avrei portato a bere un lambruscaccio in qualche sordida e tradizionalissima bettola…Nota di demerito per la mancata convocazione (avrò demeritato per le prove in campionato?)
    Vabbè, sarà per la prossima…

    A presto pistole!!

  10. Carissimo Damiani,

    Siccome nella tua ultima email ti eri congedato dicendo “ci sentiamo per future mangiate” (o cose così) nonostante fosse in programma di lì a poco il pranzo alle Grazie (poi spostato con esiti stupefacenti al Caffè La Crepa) ne avevamo dedotto che non venissi.
    Abbiamo dunque ritenuto opportuno non insistere.
    A saperlo…

    Scusa, ma anche tu non ci sei mai!!!!!! Sei sempre in Puglia cosa che, peraltro, di questi tempi è fonte di non pochi sospetti. Hai interessi nel biomedicale?

    Au

  11. Caro Avvocaticchio (e socio),
    la mail cui Lei fa riferimento era riferita alla serata del 21 E NON al pranzo alle Grazie (spostato alla CREPA?! Ma stiamo scherzando?! Andate dai fratelli Malinverno a ingozzarvi del più magnifico culatello della terra e non mi avvisate?!!AAAAAAAHHH!!).
    Tuttavia, qualora Lei non voglia ricusare dalle sue affermazioni metto agli atti la mail di risposta all’invito per il pranzo del 3/7/2009.:

    Ciao cari,
    Damiani c’è! Ci sentiamo qualche giorno prima per i dettagli. Io sarò in Puglia dal 20 al 27 giugno, per cui non riuscirò a controllare la mail; se ci sono comunicazioni di servizio mandatemi un sms.

    A bientot

    Jacopo

    Confermo dunque sdegnato la mancata segnalazione. La vendetta sarà tremenda (comincio col dirvi che venerdì sera onorerò la culla del Rinascimento con 2kg. di fiorentina a pochi passi da Ponte Vecchio…tiè!) .

    Distinti saluti

    Conte Damiani di Montecristo

    P.s.: Ebbene si! Lavoro esattamente nel settore biomedicale….

  12. Incasso la reprimenda e ti assicuro che ci faremo perdonare.

    Au

  13. Il video ufficiale dell’evento Bottura-Frasi:

    Un attento osservatore riconoscerà anche Aureliano e Patatone nel video..

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